OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA VS OLIO DI OLIVA

L’olio ottenuto direttamente dall’oliva, esclusivamente mediante processi meccanici o fisici, e senza l’utilizzo di sostanze chimiche, può essere diviso in differenti tipi di olio, a seconda del livello di qualità del prodotto finale.

  1. Olio di oliva extravergine: olio senza difetti, “fruttato” (con sapore di oliva), e con parametri chimici che rientrano nei valori stabiliti per legge (es, acidità inferiore a 0.8 g/100 g).
  2. Olio di oliva vergine: olio con difetti non molto pronunciati (tipo rancido, avvinato, ecc.), e con parametri chimici che rientrano nei valori stabiliti per legge (es: acidità inferiore a 2 g/100 g).
  3. Olio di oliva vergine lampante: continua ad essere il risultato della prima spremitura delle olive, ma nell’antichità veniva utilizzato per accendere le lampade (da qui il termine lampante), poiché presenta difetti molto pronunciati e/o parametri chimici che non lo rendono più commestibile (es, acidità superiore ai 2 g/100 g).

In sintesi, questi tre tipi di oli sono ottenuti dalla semplice spremitura dell’oliva, senza intervento di processi chimici e quindi, totalmente “naturali”. Per determinare però a quale di queste categorie appartiene il risultato della “spremuta” di olive, occorre sia un esame chimico, sia un esame sensoriale, ovvero il panel test.

Ma allora, che cos’è l’olio di oliva?

La descrizione commerciale è “Composto di oli di oliva raffinati e oli di oliva vergini”.

Ovvero: non essendo l’olio di oliva vergine lampante commestibile, esso viene sottoposto a un processo chimico di “pulizia”, viene cioè raffinato con prodotti chimici che lo rendono inodore, incolore e insapore. Questo “liquido” viene poi tagliato con piccole percentuali di olio vergine o extra vergine di oliva, originando l’olio di oliva.

Link: http://www.agraria.org/industrie/classificazioneoli.htm

ATTENZIONE DUNQUE ALL’ETICHETTA al momento di comperare un olio:

  1. l’olio di oliva è il risultato di miscele tra liquidi trattati chimicamente e oli di oliva vergini;
  2. l’olio vergine di oliva è nella maggior parte dei casi un olio con difetti, seppur leggeri, che derivano da processi di ossidazione o decomposizione, o presenta un’acidità piuttosto elevata (un extravergine prodotto nelle condizioni ideali non supera gli 0.2 g/100 g, mentre il vergine ha un’acidità superiore a 0.8 g/100 g).
  3. Attenzione all’origine dell’olio o dell’oliva: la normativa comunitaria vieta l’indicazione in etichetta della regione di provenienza delle olive (es. Marche, Puglia, ecc.), salvo il caso di DOP o IGP. E’ obbligatorio solo specificare l’area di provenienza del prodotto, perciò per essere sicuri che un olio sia 100% italiano, occorre che in etichetta sia scritto OLIO ITALIANO, PRODOTTO IN ITALIA DA OLIVE COLTIVATE IN ITALIA. Quasi tutti gli oli della grande distribuzione hanno in etichetta la dicitura MISCELA DI OLI DI OLIVA ORIGINARI DELL’UNIONE EUROPEA, che vuol dire che sotto un marchio italiano si vende un olio spagnolo o greco nella maggior parte dei casi. Se poi addirittura si specificasse che si tratta di MISCELA DI OLI EXTRA-EUROPEI, saremmo in presenza di oli provenienti da Tunisia o Marocco nella maggior parte dei casi.